LA “TASSA” SULLA DISGRAZIA,  anche questo è Italia.

LA “TASSA” SULLA DISGRAZIA, anche questo è Italia.

La legge N.100 del 12 luglio 2012, pubblicata nella G.U. n.162 del 13-07-2012 (fonte reperibile nel link: http://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2012-05-16&task=dettaglio&numgu=113&redaz=012G0081&tmstp=1337242292515 ),  dice che in caso di terremoto, alluvione, o di ogni altra catastrofe naturale, lo Stato non pagherà più i danni ai cittadini, i quali, per vedere la propria casa o la propria azienda ricostruite, avranno una sola strada: ricorrere all’assicurazione “volontaria”. Questa legge passata in Parlamento e quindi, legge dello Stato, credo sia sconosciuta alla maggior parte dei cittadini che, altrimenti, da tempo avrebbero dovuto ribellarsi ad essa o, quantomeno, criticarla nella sua crudele insensibilità.

Oggi, ancora sotto shock per il terribile terremoto che, ha colpito in modo disastroso il nostro Paese, con la sua scia di lutti e distruzione del patrimonio culturale, specialmente oggi, nostra unica risorsa per uscire od almeno cercare di far ripartire la nostra economia già martoriata, nessuno pensa a quella assicurazione non accesa sulle proprie abitazioni.

Sembra quasi di dover pagare una “tassa” sulla disgrazia.

Questo Stato non pensa che una popolazione già martoriata da un sistema di tassazione che grava pesantemente sull’economia delle famiglie italiane, ha bisogno di essere supportata e non abbandonata da chi, nei momenti bui, riesce a trovare sempre risorse economiche per chi, come i nostri parlamentari, guadagna già ben oltre quanto meriterebbe, ed invece non riesce a trovare i fondi per poter aiutare chi si trova in difficoltà a causa di disastri dovuti a calamità naturali.

Sento i politici parlare di bonus per le ristrutturazioni edilizie, da concedere a chi ristruttura i propri immobili, adeguandoli ad una maggiore sicurezza, soldi che ogni cittadino deve prelevare dalle proprie tasche e spendere, oltre a quelli per la assicurazione da stipulare in caso di calamità e che, comunque, con i tempi che corrono, non tutti, vista la mancanza di lavoro ed i problemi economici conseguenti ad essa, possono permettersi di eseguire nonostante gli sgravi fiscali previsti.

E’ vero, in passato tanti hanno speculato sulle ricostruzioni sostenute dallo Stato, ma non è giusto eliminare totalmente gli aiuti economici statali, pagati con le nostre tasse, e che in quanto tali, non devono essere sperperati ma non possono non essere previsti a seguito di disastri che creano tragedie come il terremoto che ancora sconvolge, con il suo “sciame” di dolore, morte e distruzione l’Italia.

Nessuno vuole uno Stato assistenzialista ma neanche uno Stato assente.

Articoli correlati

Logo Header Menu
Right Menu Icon